Dopo le not-provided, Google colpisce ancora con i volumi di ricerca aggregati

Sappiamo tutti che la maggior parte dei SEO e di chi fa SEM si affida al keyword planner per stimare il volume di ricerca per le parole chiave mirate e per identificare delle opportunità.

Dopo il grande cambiamento avvenuto con le not provided Google ha appena introdotto un’altra grande ed importante rivoluzione, che va a colpire l’affidabilità dei dati del volume di ricerca.

Una brutta notizia per tutti gli addetti ai lavori e soprattutto per i SEO.

La modifica è stata rilevata ad inizio Giugno, quando Google ha aggiornato lo strumento del Keyword Planner, che permetteva di avere la stima del volume di ricerca per ogni singola keyword, aggregando il volume di ricerca di keyword simili.

La novità arriva senza nessun comunicato ufficiale di Google o avviso nelle proprie pagine, ed è una grossa ed impattante novità sia chiaro.

Con questo aggiornamento non verranno più mostrati i volumi di ricerca per le singole keyword e per le query di ricerca, ma vengono aggregati i dati di keyword molto simili.

Non sarà quindi più possibile visualizzare le stime sui volumi di ricerca per le varianti di keyword, in modo da capire quali fossero le espressioni maggiormente ricercate, né mettere in atto strategie di contenuti mirati ad intercettare il maggior volume di utenti possibile.

Questo aggiornamento ha anche una seconda implicazione molto importante, non essendoci infatti nessun tipo di comunicazione a riguardo da parte di Google, alcuni professionisti potrebbero non rendersi conto dell’aggiornamento e per questo motivo sovrastimare i volumi di impression delle proprie keyword d’interesse.

Dal punto di vista SEO questo è un bel problema, infatti nei fattori chiave e principali per l’ottimizzazione on page (quali ad esempio page title o h1), le varianti simili della stessa parola possono portare risultati totalmente differenti sul volume del traffico verso il sito.

Se prima dell’aggiornamento  “prestiti ” e “prestito” avevano diversi volumi di ricerca, ora tutti condividono lo stesso valore aggregato.

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Ecco un esempio di keyword che Google aggrega:

  • Plurale con singolare per ogni singola parola della query di ricerca ( Prestiti, Prestito)
  • Acronimi e loro versione per esteso (SEO / Search Engine Optimization)
  • Parole scritte con o senza spazio intermedio (es. online / on line)
  • Parole con o senza segni di punteggiatura (es. l’alberatura / l albertura)

Esistono delle soluzioni per i volumi di ricerca aggregati?

Si, 2 software hanno portato questa soluzione SeoZoom e SeoMonitor.

Il 23 Giugno Ivano di Biasi di SeoZoom pubblicava questo post in Facebook dove avvisava del cambiamento delle metriche dell’algoritmo di SeoZoom:

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Il 29 Giugno i ragazzi di SeoMonitor uscivano nel loro tool con la versione dei 2 valori separati all’interno del tool.

Un tab con il valore calcolato da SeoMonitor per la singola keyword ed un tab con il valore aggregato.

Ecco di seguito un esempio di keyword di Refin:

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SEOmonitor è in grado attualmente di estrarre il volume di ricerca di ogni singola keyword, indipendentemente dalle diverse variazioni della stessa, proprio come Google con il suo Keyword Planner restituiva a Giugno.

Per offrire il massimo ai propri utenti SeoMonitor ha deciso di mantenere entrambi i valori, sia quelli singoli che quelli aggregati, una bella funzionalità per tutti i SEO.

Per testare SeoMonitor qui trovate il sito: http://www.seomonitor.com/  mentre qui trovate il tool SeoZoom: https://www.seozoom.it/

 

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