Una problematica SEO inerente gli eCommerce è quella della gestione delle pagine dei prodotti non più disponibili, che si sono indicizzate e magari ben posizionate all’interno del motore di ricerca.
In un e-commerce succede spesso, per via del riassortimento frequente del catalogo.
La disponibilità di prodotti può subire spesso delle variazioni dovute ad esempio:
- al lancio di una nuova serie
- alla fine delle scorte nel magazzino
- alla fine del rapporto con il fornitore
- a particolari prodotti che si vendono solo in un certo periodo
Come gestire i prodotti temporaneamente non disponibili
Se pensate che il vostro prodotto possa tornare disponibile entro un massimo di otto-dieci settimane (prodotto temporaneamente non disponibile), non vale la pena cancellare, nascondere o sostituire la pagina, ma la non disponibilità del prodotto deve essere comunicata a Google nel miglior modo possibile, sia per far fronte all’alto tasso di frequenza di rimbalzo, che per migliorare l’esperienza complessiva dell’utente.
Si potrebbe pensare di inserire una call to action ben evidente che comunichi la non disponibilità del prodotto e inviti l’utente a lasciare la propria mail per ricevere una notifica non appena tornerà nuovamente disponibile. Potrebbe anche essere utile mostrare i prodotti correlati o simili in modo da diminuire la frequenza di rimbalzo della pagina.
Ecco un esempio da Zalando:
Dove possibile, si consiglia anche di inserire una data (o una stima) di rifornimento del prodotto, come fa Amazon per esempio:
Potrai anche offrire la possibilità di fare un pre-ordine, ovvero prenotare o acquistare i prodotti prima che questi siano pronti e in stock.
Gli articoli esauriti, naturalmente dovranno essere spinti in fondo alle ricerche o alla pagina.
Come gestire i prodotti definitivamente non disponibili (out of stock)
Generalmente quando una pagina non ha più senso di esistere viene eliminata dal sito, generando un errore 404, noto anche come “Page not found” o “Pagina non trovata“.
Nonostante Google, nel 2011, abbia affermato che gli errori 404 non influiscono negativamente sul rendimento del sito nelle SERP, è fondamentale gestirli, in quanto rendono più difficoltosa la ricerca degli utenti (che non trovando il prodotto potrebbero essere indotti ad abbandonare il sito), causando un inutile spreco di risorse destinate alla scansione.
L’ideale è gestire gli errori 404 tempestivamente, evitando che si accumulino nel tempo, effettuando un redirect 301 o restituendo uno status code 410.
Per determinare come gestire una risorsa eliminata è necessario verificare se:
- è statica e rilevante per il posizionamento
- riceve traffico
- si posiziona per delle parole chiavi in linea con l’intento di ricerca
- riceve backlink autorevoli.
In caso la risposta sia affermativa, l’ideale è procedere con un redirect 301 (definitivo) verso una risorsa affine in termini di contenuto e/o parole chiave posizionate.
Per quanto riguarda i prodotti, perciò, bisognerebbe reindirizzare a schede prodotto simili e pertinenti, in alternativa si potrebbe rimandare verso la categoria padre o alla pagina che a livello di topic si avvicina di più. Ad esempio, se volessi reindirizzare il prodotto “Jeans Baggy LEVI’S® X DISNEY”, dovrei vedere se trovo un prodotto simile, oppure una categoria di appartenenza, ad esempio “Jeans Baggy”. Tuttavia, se facendo un’analisi su Semrush mi accorgessi che quella pagina si posiziona per la parola chiave “Jeans Disney” e sul mio sito è presente una pagina di categoria specifica per questa tematica, potrebbe essere utile reindirizzare la risorsa direttamente a quella pagina.
Questa scelta consentirebbe di mantenere una continuità nella navigazione dell’utente e salvaguardare il budget di scansione. Inoltre permetterebbe di salvaguardare l’autorevolezza e il posizionamento acquisiti nel tempo: il redirect 301, infatti, è un reindirizzamento permanente che trasferisce 90% – 99% di link juice alla pagina di destinazione. Ma attenzione! È necessario trasferire l’utente su una pagina che sia davvero utile e pertinente. In caso contrario, il rischio che si corre, secondo John Mueller, trend analyst di Google, è che il redirect venga ignorato e trattato come un soft 404.
Assicurati anche di sistemare i link interni rotti (broken link) o
Nel caso non si trovi una risorsa pertinente, oppure se la pagina non ha valore, potrebbe essere utile restituire uno status code 410 (gone), al posto del classico 404, in modo da indicare al motore di ricerca che la risorsa è stata eliminata definitivamente dal sito e non tornerà mai più disponibile. In questo modo è possibile velocizzare il processo di eliminazione della pagina dalla SERP.
Prodotti esauriti con una domanda elevata
Solo perché un prodotto è stato dismesso, non significa di riflesso che la domanda per quel prodotto sia cessata. Magari la pagina contiene informazioni che possono essere utili per l’uso o la manutenzione del prodotto. Oppure ancora potrebbe essere utile per veicolare il traffico verso altri prodotti di punta.
Fare leva sul principio di scarsità
Il principio di scarsità aumenta il senso di urgenza dettato dallo scorrere del tempo e porta l’individuo a desiderare ciò che appare come limitato, o che rischia di non avere più a causa di un’attesa prolungata.
Perciò ricordati di avvisare con anticipo quando il prodotto inizia a scarseggiare:
Creare una pagina 404 personalizzata
Qualsiasi sia la modalità di gestione dei prodotti non più disponibili è sempre consigliato far implementare una pagina 404 personalizzata, da utilizzare al posto di quella standard.
Una pagina 404 personalizzata dovrà:
- restituire un codice di stato HTTP 404 effettivo quando viene richiesta una pagina mancante
- presentare le stesse funzionalità del resto del sito (esempio menu di navigazione, footer)
- essere fedele all’aspetto e ai valori comunicati nel sito
- contenere un messaggio chiaro, esplicativo ed accattivante
- presentare uno o più link utili per proseguire la navigazione e/o una barra di ricerca.
Ecco l’esempio di Adidas: