Nell’ambito della SEO internazionale, capita spesso che i clienti richiedano di implementare reindirizzamenti forzati basati su GEO IP per le visualizzazioni dei loro e-commerce. Quasi sempre, questa è una scelta negativa per la SEO.
Come team SEO, ogni volta che siamo coinvolti nel processo decisionale su questo argomento ci opponiamo con fermezza. Vediamo perché.
Perché è rischioso utilizzare redirect automatici?
Quando tali soluzioni vengono implementate, c’è un’alta probabilità che il traffico organico subisca una diminuzione rapida.
Recuperare il traffico perso per cause tecniche su siti molto ampi, come possono essere e-commerce con un catalogo di migliaia di prodotti, è un lavoro complicato e lento.
Cosa si intende per redirect automatico?
Un reindirizzamento forzato basato sull’IP è il reindirizzamento di un utente in base al suo indirizzo IP.
Supponiamo che un sito web abbia due visualizzazioni di negozio:
- ecommerce.com/it/
- ecommerce.com/de/
Forzare un reindirizzamento basato sull’indirizzo IP significa stabilire una regola che, ad esempio, reindirizza un utente con IP tedesco direttamente a ecommerce.com/de/ o un utente con IP italiano a ecommerce.com/it/ quando tentano di accedere a diverse sezioni di ecommerce.com.
Tali meccanismi di reindirizzamento possono variare e possono essere applicati a tutti gli URL di un sito, alla sola homepage o specifiche pagine a discrezione dell’amministratore.
Ma quindi perché non va bene utilizzarlo?
Per l’indicizzazione corretta nei risultati di ricerca, Google necessita di effettuare il crawling del sito. Per questa operazione, solitamente Google utilizza un IP di provenienza statunitense.
Limitando o dirottando l’accesso a determinate sezioni del sito in base all’IP dell’utente (in questo caso del crawler) si limita parallelamente la capacità di Google di effettuare il crawling nel modo corretto e questo può influenzare negativamente il ranking ed i risultati in SERP.
Oltre alla SEO si hanno delle implicazioni negative lato UX. Ad esempio, qualora un individuo di nazionalità italiana risieda in territorio francese o nelle vicinanze del confine e sia rediretto al portale francese a causa del suo rilevamento geografico, si verifica un’incongruenza nell’accessibilità alla piattaforma.
L’obiettivo primario dell’UX è garantire interazioni rilevanti e soddisfacenti. Limitare le capacità decisionali dell’utente nella selezione della piattaforma più consona contravviene a tale principio fondamentale.
Alcuni esempi reali di penalizzazioni
Per capire meglio la portata di eventuali problemi, presenteremo alcuni casi reali nell’ambito della consulenza SEO internazionale.
Caso studio: sito italiano in lingua inglese
Nuovo cliente con e-commerce multilingua migrato da poco da altro CMS a Magento. Redirect automatico GEO IP impostato su tutto il server.
Il sito quindi reindirizza automaticamente gli utenti in base all’IP.
Il cliente lamenta un calo di traffico subito successivo alla migrazione e la prima cosa che notiamo è una discrepanza tra i risultati in SERP e la semantica on-page.
Vediamo come page title e meta description fossero completamente fuori target per la pagina italiana (che era correttamente impostata con title e description italiani).
Cos’era successo?
Il crawler di Google con bot provenienti probabilmente da US aveva scansionato le pagine italiane (nello screenshot l’homepage) ma al momento di leggere il contenuto della pagina era già stato reindirizzato al sito inglese. Per questo motivo, per l’homepage italiana, comparivano page title e description inglesi.
Di seguito il calo di clic ed impressioni (fonte Google Search Console).
Caso studio: sito con problemi di identità
Altro esempio è un network di siti gestiti attraverso un unico back-end e con seri problemi generati da vari redirect automatici.
Il cliente giunge da noi lamentando diverse problematiche tecniche che nessuno era mai riuscito a risolvere o comunque a identificarne l’origine.
In questo caso la questione era più ampia e non solo era attivo il redirect GEO IP sul sito, ma le pagine di destinazione generavano errori in ordine:
- errori 5xx;
- redirect su altri siti dello stesso network.
Cercando su google.it uno dei siti del network capitava che comparisse in SERP con il nome brand di un altro sito dello stesso network e con i testi tradotti in una lingua diversa da quella corretta per il sito a cui corrispondeva la pagina.
Inoltre le pagine non erano analizzabili da pagespeed in quanto veniva analizzato un altro sito appartenente allo stesso network.
Cos’era successo?
I redirect nel sito erano impostati in modo non corretto ed attraverso dei semplici tool online come RexSwain HTTP Viewer ci è stato facile individuare dove risiedeva l’errore e comunicarlo agli sviluppatori.
Successivamente il cliente ha rimosso i redirect basati su GEO IP.
Siti web ed e-commerce internazionali: affidati a professionisti SEO esperti
Abbiamo visto esempi pratici su come il reindirizzamento per GEO IP, ovvero il reindirizzamento di un utente in base al suo indirizzo IP, abbia peggiorato le performance in termini di traffico organico e UX.
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