Parole e immagini affascinano, evocano sensazioni inaspettate e portano all’azione. È così che il marketing emozionale è diventato lo strumento per superare le difese razionali del consumatore. Come sfruttare le emozioni per la conversione? Ti presento 5 inneschi emotivi che ti aiuteranno a ottenere l’attenzione che stavi cercando.
5 inneschi per colpire con la pubblicità emotiva
Il potere delle emozioni è straordinario, ma da dove partire per integrarlo nei propri progetti? L’obiettivo è definire un canale di comunicazione che costruisca una relazione, accrescendo le opportunità di retention. L’innesco emotivo giusto è l’asso nella manica, ecco i 5 che ti aiuteranno fin da subito, corredati da esempi presi da campagne reali.
La sorpresa per colpire sul piano emotivo, ma anche nella memoria
Lasciare una traccia nella memoria del consumatore è uno degli obiettivi più rilevanti per qualunque marchio e prodotto. La sorpresa si rivela un alleato impareggiabile, generando un’evidente reazione emotiva, destinata a restare nei ricordi. Se poi riusciamo ad associare la sorpresa al divertimento, sarà più facile creare engagement.
I progetti di guerrilla marketing sono, di frequente, tra i più ispirati. Ti lascio qualche esempio che potrebbe esserti utile per il successo della tua nuova campagna.
Coinvolgere con il senso di appartenenza
È un istinto innato: le persone vogliono sentirsi accettate. Fai leva su questa inclinazione per la creazione dei tuoi contenuti, facendo sentire il tuo pubblico parte di un gruppo o legato a un ideale comune. A livello concreto con il marketing emozionale puoi associare al tuo marchio l’appartenenza a un circolo o una comunità costruite attorno ai brand values.
L’innesco sfrutta il bisogno di un’identità socialmente apprezzata. Uno degli esempi più riusciti in questo senso è senza dubbio Apple. Nei suoi prodotti gli aspetti emozionali s’uniscono alla partecipazione a un gruppo di appassionati che si smarca da tutti gli altri consumatori di tecnologia. La campagna comparativa Mac vs PC è una simpatica lezione su come utilizzare il senso di appartenenza.
La comunicazione dev’essere coerente, incentivando il senso di comunità con iniziative social che umanizzano il marchio, merito di una relazione diretta con il cliente. Anche programmi mirati di email marketing valorizzano un rapporto di esclusività.
Le storie per tracciare emozioni creando empatia
È una delle tecniche di marketing emozionale più antiche quanto efficaci. Per conquistare l’attenzione racconta una storia appassionante. Lo storytelling è all’apparenza semplice, ma solo a prima vista. Riesce meglio di tante altre soluzioni a coinvolgere il pubblico sul piano emotivo.
Proprio come accade con le favole, una volta che il lettore va a immedesimarsi con il protagonista, vorrà scoprire il finale restando quindi concentrato sul racconto. Non è un caso che lo storytelling sia usato, in particolare, per ottimizzare apprezzamento nonché empatia del brand.
Come fare? Non esiste una regola ideale per tutti, ma una strategia valida è raccontare la genesi dell’attività: dagli ostacoli che si sono affrontati per l’avvio dell’azienda ai primi risultati passando per la strategia messa in atto per continuare il processo di crescita.
Qualche esempio? Uno degli spot che più mi ha colpito negli ultimi tempi è “The Land of Land Rovers”, ispirato commercial del noto brand automobilistico.
La paura come chiave per parlare al tuo target
Ebbene sì, la paura s’impone sulle altre condizioni emotive, limitando anche la capacità di riflettere in piena razionalità. È facendo riferimento a questa leva che è cresciuto l’interesse verso la FOMO, ovvero Fear of Missing Out (paura di rimanere escluso).
Solitamente associata al rischio di perdere sconti o prodotti a condizioni speciali, suscita nell’utente un senso di urgenza per spingerlo a compiere l’azione desiderata. Spesso la FOMO viene usata in relazione ad offerte a tempo e articoli in esaurimento, ma risulta efficace anche per la proposta di programmi di fidelizzazione e particolari formule di abbonamento. In ogni caso, la sensazione di ansia innescata nel pubblico grazie al marketing emozionale porta a un incremento dell’attenzione verso l’offerta.
La forza di vivere un sogno
Ispirare il proprio pubblico invitandolo a sognare è un’ottima soluzione di marketing emozionale per fare breccia. La potenza emotiva del sogno va utilizzata pensando all’immaginario del target, ma anche alla coerenza con i valori percepiti del marchio.
L’ispirazione però non va confusa con il semplice entusiasmo fine a sé stesso. Robert Middleton, marketing coach, ha elaborato la formula “impegno + azione = ispirazione” per descrivere il lavoro alla base di un progetto efficace. Ci deve essere un forte impegno verso gli interessi del pubblico potenziale ed effettivo per centrare il punto d’arrivo: suscitare ispirazione. Può rivelarsi utile il coinvolgimento di influencer, come dimostra lo spot di promozione turistica della Svizzera (con Robert De Niro e Roger Federer), presentata come la destinazione perfetta per chi cerca la tranquillità.
Parlando di sogni e ispirazione, è impossibile trascurare le iniziative promozionali di Red Bull, come il lancio dalla stratosfera di Felix Baumgartner.
Non solo esempi di pubblicità emozionale, gli altri strumenti per il tuo successo
Come avrai ben capito se la tua lettura è arrivata a questo punto, il marketing emozionale non riguarda ovviamente solo la scrittura ma tutti i linguaggi della comunicazione: immagini, video, musica. E ci sono codici che aiutano a semplificare le scelte comunicative da assumere.
Ancora una volta entriamo subito nel merito di strumenti operativi a misura di consumatore emotivo. Uno dei più noti è la palette cromatica delle sensazioni, che definisce un rapporto diretto tra le due variabili (colori ed emozioni).
Non sottovalutare infine i font utilizzati. Sì, perché anche le loro forme vanno a incidere sulla psicologia del lettore. Cura ogni dettaglio se vuoi sfruttare a pieno il marketing emozionale. Crescerà così l’interesse verso il brand come la capacità di convertire di ogni tuo contenuto.