Che cos’è la navigazione a faccette – o faceted navigation – e come gestirla in ottica SEO? Ne parliamo in questo appuntamento con la SEO Tech Academy – consigli SEO in meno di 10 minuti.
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Che cos’è la navigazione a faccette
La navigazione a faccette è una tecnologia presente all’interno delle pagine di listing degli e-commerce che permette all’utente di “filtrare” (nel vero senso del termine) un elenco indefinito di schede prodotto a seconda dei parametri applicati dall’utente stesso.
Ad esempio, se stai visitando la categoria “t-shirt a manica corta” e ti interessa visualizzare soltanto le t-shirt verdi, agirai sul filtro di navigazione in maniera tale da visualizzare soltanto le magliette di colore verde.
La classificazione delle faccette e i relativi valori vengono definite in base a come gli utenti sono abituati a cercare un determinato prodotto, ad esempio, per cercare un televisore potremo definire le seguenti faccette:
- Risoluzione schermo
- Larghezza
- Altezza
- Pollici
- Tecnologia led
- Sistema operativo
- Colore
- Marca
- …
Perché la navigazione a faccette è importante
Da un punto di vista legato l’usabilità la navigazione a faccette permette di trovare con più facilità il prodotto desiderato, migliorando l’esperienza utente.
Dal punto di vista SEO, invece, può espandere l’architettura informativa del sito e creare un’infinità di nuove vie di navigazione per accedere ai prodotti. Ogni via di navigazione potrebbe rappresentare una potenziale pagina da indicizzare e posizionare per espandere la visibilità del proprio negozio online nel canale organico.
Dobbiamo considerare infatti che ogni combinazione di filtri può generare un nuovo URL. A volte parametrico, altre volte statico, ma in ogni caso potenzialmente indicizzabile.
Come funziona la navigazione a faccette
Solitamente il funzionamento della navigazione a faccette si basa sull’aggiunta di una serie di parametri all’interno degli URL di navigazione nel momento in cui un visitatore seleziona uno o più filtri, la pagina poi viene ricaricata completamente o parzialmente (se vengono utilizzate tecnologie asincrone come ad esempio Ajax) mostrando al visitatore il listing dei prodotti con il filtro applicato.
Per spiegarvi meglio il funzionamento, riprendiamo l’esempio precedente.
Quando l’utente visita la categoria “t-shirt a manica corta” atterra all’interno della pagina di categoria raggiungibile da questo url:
https://www.ilmioecommerce.com/magliette-manica-corta
Dopodiché, per visualizzare le magliette verdi premerà su un pulsante (ad esempio una check-box) di colore verde.
Aquel punto l’indirizzo cambierà
https://www.ilmioecommerce.com/magliette-manica-corta?colore=verde
e il visitatore si ritroverà all’interno della stessa pagina ma visualizzerà solamente le t-shirt di colore verde.
Fin qui non ci sono problemi, tuttavia la tecnologia implementata nel nostro e-commerce post pone “n” parametri all’interno dell’URL di navigazione per ogni attributo selezionato nella navigazione a faccette.
Ora che il nostro utente ha trovato le t-shirt verdi vorrebbe affinare la sua ricerca mostrando solamente quelle con il collo “a v“ e con una stampa frontale.
Premendo sui filtri scollatura e stampa, il sistema lo indirizzerà alla seguente pagina:
https://www.ilmioecommerce.com/magliette-manica-corta?colore=verde&scollatura=…
L’utente non trova quello che cerca e dunque cosa fa? Prova a cambiare colore, ecco che preme sul pulsante di colore rosso ed immediatamente il sistema lo indirizza al seguente URL:
https://www.ilmioecommerce.com/magliette-manica-corta?colore=verde-rosso&scoll…
Poi cambia per l’ennesima volta idea e cerca quelle con il girocollo:
https://www.ilmioecommerce.com/magliette-manica-corta?colore=verde-rosso&scoll…
L’utente finalmente trova la maglietta dei suoi sogni e decide di acquistarla, lo spider invece si trova costretto a scansionare l’ennesimo URL e poi scappa dal sito.
Come avrete sicuramente intuito, per mostrare i prodotti filtrati all’utente, il sistema genera per ogni filtro selezionato un URL differente e questo fa sì che alla lunga lo spider incappi in molteplici combinazioni di URL differenti.
In una categoria possiamo ottenere fino a n alla n combinazioni differenti, se poi consideriamo tutte le categorie presenti nel sito dobbiamo moltiplicare il numero di URL per il numero di categorie attive, ovvero un bagno di sangue!
C’è da dire inoltre che, listato prodotti a parte, l’ottimizzazione on-site della pagina resta sempre la stessa, page title e h1 non cambiano, il contenuto testuale resta sempre lo stesso e non è presente alcun link canonical nel codice html, dunque una marea di pagine duplicate.
Quali sono le problematiche più comuni lato SEO
Appare chiaro come la navigazione a faccette sia uno standard nei progetti e-commerce complessi, ma vada compresa e gestita con metodo al fine di evitare potenziali conseguenze negative per la SEO.
Problematiche SEO più comuni:
- Effetto matriosca durante la generazione degli URL con conseguente probabilità di generare infinite combinazioni di URL.
-
Contenuti duplicati: più URL che mostrano gli stessi prodotti o variazioni minime della stessa pagina.
Conseguenze SEO:
- Eccessivo spreco di “crawl budget”: il crawler dedica il suo tempo a scansionare pagine inutili al fine del posizionamento organico, tralasciando le pagine più importanti dell’alberatura del sito.
- Problemi di indicizzazione: il motore di ricerca indicizzerà un’enorme quantità di pagine di basso valore.
- Problemi di posizionamento e cannibalizzazione: il motore di ricerca potrebbe posizionare delle pagine non corrette e, per via dei problemi di duplicazione di contenuto potrebbe cambiare in modo repentino gli URL posizionati per un determinato gruppo di keyword.
Prima di continuare con i nostri consigli…
Come gestire gli attributi con Screaming Frog
Quando ti trovi davanti a un e-commerce con una navigazione a faccette estesa, Screaming Frog diventa uno strumento imprescindibile per capire quali URL vengono generati, come sono gestiti e dove intervenire. Una delle prime azioni da fare è analizzare l’utilizzo del tag canonical.
Per iniziare, ti basta impostare correttamente la scansione:
Vai su Crawl > Canonicals e assicurati che le voci Crawl e Store siano attive. In questo modo Screaming Frog sarà in grado di rilevare i tag canonical presenti sulle pagine, salvarli e mostrarli nel dettaglio una volta conclusa l’analisi.
Dall’Overview potrai visualizzare:
- quante pagine contengono un tag canonical;
- quali URL sono self canonical (cioè puntano a se stesse, quindi potenzialmente da indicizzare);
- quante invece sono canonicalizzate verso un’altra pagina (tipicamente la categoria principale) e quindi trattate come varianti non da posizionare.
Questa fotografia iniziale è fondamentale: ti permette di capire se i filtri stanno producendo URL inutili, se questi vengono effettivamente esclusi dall’indice, oppure se ci sono falle nel sistema che lasciano pagine irrilevanti a fluttuare nell’indice di Google.
A questo punto, puoi esportare i dati e incrociarli con altri strumenti (Google Search Console, log server, dati di traffico) per valutare se quelle varianti ricevono impression e clic o semplicemente appesantiscono la struttura del sito.
Come individuare e gestire le categorie UTILI lato SEO
I filtri possono rappresentare un’opportunità concreta per intercettare volumi di ricerca specifici e intenzioni d’acquisto molto forti. È il caso, ad esempio, di varianti come “scarpe nere Adidas”: combinazioni di attributi che, se ben strutturate, meritano una pagina dedicata, indicizzabile e ottimizzata per la keyword target.
Il punto è capire quando una variante porta valore. Un buon indicatore è il volume di ricerca associato alla query che rappresenta quella combinazione. Se esiste una domanda significativa, allora vale la pena lavorare per farla emergere come pagina SEO-ready.
Prendiamo per esempio il caso di Zalando.
La categoria “Scarpe” (https://www.zalando.it/scarpe/) avrà un canonical a se stesso come categoria principale, ovvero:
URL https://www.zalando.it/scarpe/
CANONICAL https://www.zalando.it/scarpe/
DIRETTIVE: index, follow
L’URL corrisponde al canonical, perché vogliamo che questa pagina venga indicizzata e acquisisca ranking.
Se l’utente atterra su una categoria generica come /scarpe/, quella sarà la pagina principale, con canonical su se stessa e direttive index, follow.
Come individuare e gestire le URL parametrizzate NON UTILI lato SEO
Non tutte le varianti generate dalla navigazione a faccette meritano di essere indicizzate. Combinazioni come “ordine per prezzo crescente”, “filtri applicati in sequenza” o “disponibilità in magazzino” non aggiungono alcun valore informativo rispetto alla pagina principale.
In questi casi la priorità è evitare che i motori di ricerca sprechino tempo (e crawl budget) su pagine irrilevanti.
Una strategia efficace è la canonicalizzazione verso la categoria principale.
Torniamo all’esempio di prima e ipotizziamo di avere filtri impostati con il prezzo decrescente.
URL https://www.zalando.it/scarpe/?order=price&dir=desc
CANONICAL https://www.zalando.it/scarpe/
DIRETTIVE: noindex, follow
La pagina scarpe con URL prezzo decrescente è canonicalizzata alla pagina di categoria scarpe.
Ma attenzione: il tag canonical non è una direttiva obbligatoria per i motori di ricerca, è una raccomandazione. Google può scegliere di ignorarlo se percepisce segnali contrari (link interni, sitemap, traffico).
Per questo è sempre bene affiancare al canonical altre istruzioni chiare, come il noindex, l’uso del robots.txt per bloccare i parametri non desiderati e il nofollow sui link interni ai filtri.
Come individuare e gestire le varianti UTILI lato SEO
Vediamo cosa fare nel caso in cui volessimo capitalizzare una variante.
Se l’utente applica dei filtri come brand “Adidas” e colore “nero”, Zalando genera un URL come /scarpe/adidas_nero/, che ha tutte le carte in regola per posizionarsi su una query ben definita, con circa 2.900 ricerche mensili secondo Semrush.
URL https://www.zalando.it/scarpe/adidas_nero/
CANONICAL https://www.zalando.it/scarpe/adidas_nero/
DIRETTIVE: index, follow
Sfruttiamo la variante per ampliare la categoria e posizionarci per quella parola chiave.
La variante non è una copia della categoria, ma un’estensione utile per rispondere meglio all’intento di ricerca. Ed è proprio questo che Google premia.
Conclusioni sulla faceted navigation con Screaming Frog
Screaming Frog ti consente di individuare facilmente i casi virtuosi: cerca gli URL che non sono canonicalizzati, verifica le direttive robots.txt, controlla se sono in sitemap. E incrocia tutto con i dati di visibilità per capire se stanno già portando traffico o se c’è margine per lavorarci meglio.
La SEO tecnica, in fondo, è fatta anche di queste scelte editoriali invisibili: decidere quali contenuti promuovere e quali contenere.
Se abbiamo attributi UTILI PER LA SEO derivanti dalla variante:
- CANONICAL: Self Canonical
- DIRETTIVA: Index, follow
- SITEMAP: Sì
Se la variante crea attributi parametrati NON UTILI ALLA SEO:
- CANONICAL: Canonicalizzazione verso la pagina principale
- DIRETTIVA: Noindex, follow
- SITEMAP: No
- ROBOTS.TXT: Bloccati
- LINK: Nofollow
Ricordiamo che il tag canonical non è una direttiva, ma un consiglio che si dà al motore di ricerca dunque potrebbe anche non seguirlo.
Consigli finali per ottimizzare la navigazione a faccette
Ecco alcuni spunti per rendere la navigazione a faccette del vostro negozio online a prova di motore di ricerca:
- Ottenete il pieno controllo dei parametri che permettono l’indicizzazione ed il posizionamento degli URL generati dal sistema.
- Verificate che ogni pagina generata sia univoca da un punto di vista contenutistico e per quanto ne riguarda l’ottimizzazione SEO di base.
- Testate bene il comportamento degli URL, non devono generare combinazioni infinite altrimenti rischiate di mandare in loop il web crawler.
- Definite a monte cosa volete indicizzare e cosa invece non vi serve.
- Ricordatevi che gli spider possono leggere anche javascript, tuttavia non è detto che la tecnologia javascript della navigazione a faccette sia stata progettata anche per i motori di ricerca, quindi necessario testare il tutto prima di richiedere modifiche.
- Attenzione alle combinazioni con più attributi, sono un potenziale killer di web crawler.
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