Google SGE: come cambia la SEO con l’AI generativa

C’era una volta GOOGLE… un motore di ricerca che serviva a veicolare gli utenti in cerca di risposte verso i contenuti web che l’algoritmo riteneva più appropriati, completi ed esaustivi. Questo motore di ricerca oggi, nel 2023 ha deciso di cambiare. Si sta trasformando da semplice”veicolo di informazioni” a “macchina intelligente” capace di generare risposte in autonomia elaborando i contenuti altrui che l’algoritmo ha scansionato e indicizzato nel corso di questi anni.

Questo cambiamento di paradigma rivoluzionario si chiama Google GSE (Generative Search Experience) e influenzerà senza dubbio la ricerca organica, con conseguenze positive e negative per la SEO.

Siamo stati i primi in Italia a parlare di Google SGE con questo video postato su Linkedin, poi inserito anche all’interno del nostro Canale Youtube, che illustra brevemente come cambierà la SERP di Google:

Sei pronto ad affrontare questa rivoluzione tecnologica? Leggi l’articolo per scoprire cosa puoi iniziare a fare OGGI per non farti trovare impreparato!

Cosa si intende per Google Search Generative Experience (SGE)?

La Google Search Generative Experience (SGE) sfrutta l’intelligenza artificiale generativa per trasformare l’esperienza di ricerca dell’utente all’interno del motore di ricerca. Cosa significa in pratica? Google introduce un box che compare in alto alla pagina dei risultati di ricerca (SERP) in risposta a determinate ricerche da parte dell’utente, e il contenuto presentato è elaborato dall’intelligenza artificiale.

La SGE ha la capacità di interpretare il contesto delle domande poste dagli utenti e di elaborare risposte che meglio corrispondono alle loro reali esigenze, integrando la parte testuale con foto, video, feed di Google Shopping per ritornare il miglior contenuto all’utente finale.

Ecco un esempio di SERP con la risposta della Generative Search Experience (GSE):

Esempio Generative Search Experience (GSE)

«Con le nuove scoperte nell’AI generativa, stiamo nuovamente reinventando ciò che può fare un motore di ricerca. Con questa nuova potente tecnologia, possiamo sbloccare tipi completamente nuovi di domande a cui non avresti mai pensato che la Ricerca potesse rispondere e trasformare il modo in cui le informazioni sono organizzate, per aiutarti a ordinare e dare un senso a ciò che c’è là fuori» annunciava Alphabet lo scorso Maggio 2023.

Per il momento la Google Search Generative Experience è ancora in versione beta, ed è in fase di test negli USA. Eppure si preannuncia già come uno sviluppo dirompente nell’ambito SEO.

Cosa sappiamo ad oggi di Google SGE

Durante gli ultimi cinque mesi Google ha continuato a sperimentare in che modo l’intelligenza artificiale generativa possa aiutare gli utenti “a navigare tra le informazioni online e arrivare al nocciolo di ciò che stanno cercando ancora più velocemente”. Con l’IA generativa Google desidera migliorare l’esperienza dell’utente durante la navigazione, aiutandolo a prendere decisioni di acquisto più ponderate.

Una delle caratteristiche principali della SGE sarà la possibilità di ricevere una panoramica completa dell’argomento cercato, corredata di link di rimando a delle risorse utili dove l’utente può verificare e approfondire le informazioni cercate. Un’altra skill rilevante è la modalità conversazionale: le persone possono fare tap per “chiedere un follow-up” sull’argomento che stanno esplorando. 

Il terzo aspetto è l’arricchimento delle risposte alle ricerche verticali (ad esempio shopping o ricerche locali), in modo che le persone possano prendere decisioni d’acquisto ponderate e complesse in modo più semplice e veloce. Ad esempio, nel momento in cui si cerca un prodotto, si ottiene una panoramica di prodotti che si adattano alle esigenze dell’utente, completa di descrizioni, prezzi e immagini dei prodotti, ma anche valutazioni e recensioni pertinenti e aggiornate. Questo perché questa nuova esperienza di shopping generativa AI si basa sul Shopping Graph di Google, che ha più di 35 miliardi di elenchi di prodotti, venditori, marchi, recensioni, in costante cambiamento (ogni ora, più di 1,8 miliardi di elenchi vengono aggiornati nello Shopping Graph di Google per fornire risultati freschi e affidabili).

Una delle ultime novità è che l’utente avrà anche la possibilità di generare immagini AI direttamente dal motore di ricerca senza dover aprire servizi o siti esterni. Basterà infatti digitare ciò che si vuole creare e il sistema sfrutterà strumenti proprietari per restituire quattro opzioni personalizzabili. Grazie a Google Lens, l’utente potrà anche cercare prodotti o servizi simili a quelli contenuti nell’immagine generata.

E i risultati a pagamento? Google chiarisce che “gli annunci di ricerca continueranno a svolgere un ruolo fondamentale”, servendo anche come fonti aggiuntive di informazioni utili, oltre che per aiutare le persone a scoprire milioni di aziende online. Pertanto, anche con SGE gli annunci di ricerca continueranno ad apparire in spazi pubblicitari dedicati all’interno della SERP.

Alcuni esempi di SERP in Google SGE

Esempio di SERP informativa

Elizabeth Reid ha mostrato un’applicazione concreta della Search Generative Experience a partire da una query piuttosto complessa, ovvero “cosa è meglio per una famiglia con bambini sotto i 3 anni e un cane, Bryce Canyon o Arches”. Normalmente, dovremmo suddividere questa query in più domande e poi ordinare le informazioni autonomamente, mentre con l’IA generativa, Google può fare parte di questo lavoro al posto nostro:

Esempio SGE "cosa è meglio per una famiglia con bambini sotto i 3 anni e un cane, Bryce Canyon o Arches"

Esempio di SERP comparativa per eCommerce

Cathy Edwards, VP of Engineering di Google, ha presentato un esempio di risultato per la query “buona bici per un tragitto di 5 miglia con colline”. Il risultato è un riassunto accurato delle caratteristiche da considerare per l’acquisto di una bici, un elenco dei migliori prodotti consigliati ed un collegamento a tre articoli per approfondire la risposta:

Esempio SGE "buona bici per un tragitto di 5 miglia con colline"

Esempio di SERP che genera immagini

Sfruttando le incredibili capacità di conversione testo-immagine di Firefly e Bard, gli utenti avranno la possibilità di creare immagini all’interno del motore di ricerca. Ecco un esempio di immagine generata con il prompt “Crea un’immagine di un unicorno e una torta a una festa per bambini“:

Esempio SGE Firefly - Bard "Crea un'immagine di un unicorno e una torta a una festa per bambini"

Quanto impatterà Google SGE sulla SEO?

Tutti ci chiediamo cosa succederà quando la versione Beta SGE di Google sarà dichiarata “agibile” per tutti gli utenti. La risposta più plausibile è che la maggior parte degli utenti, grazie alle risposte generate dall’Intelligenza Artificiale di Google di Google, non sarà più incentivata a cliccare sui risultati organici, avendo già esaurito la fame di conoscenza. Ciò porterà ad avere più ricerche a zero clic, e quindi meno traffico organico, esattamente come era successo con l’introduzione degli snippet in evidenza, i cosiddetti “risultati zero” (features snippet).

Negli ultimi mesi abbiamo letto diversi documenti che si sbilanciano con dati di previsione della diminuzione del CTR basati sul beta testing in corso negli USA. Tuttavia ci preme sottolineare che sono solo stime, nessuno ancora ha la certezza su quando e come verrà effettivamente implementata questa nuova funzionalità. Come già detto precedentemente Google in questi mesi ha continuato a sperimentare e modificare il risultato, e sembra quasi aver ridimensionato la portata dell’integrazione rispetto alle prime dichiarazioni rilasciate.

Le conseguenze dipenderanno dalla scelta di Google di far apparire il box SGE per determinate query piuttosto che altre. Ad oggi sembra che la feature si attivi per la maggior parte delle query di definizione, query basate sui fatti, query di confronto, query how to, query di shopping.

Per alcune query di shopping abbiamo già notato che Google NON fa partire in modo automatico la risposta dell’AI generativa se non su espressa richiesta da parte dell’utente finale, qui un esempio 👇

Esempio SGE senza risposta

Il box, inoltre, non compare per query che riguardano argomenti “sensibili” o i settori YMYL (Your Money Your Life), ovvero quei settori che potrebbero avere un impatto significativo sulle finanze o sulla salute dell’utente.

Il motore di ricerca sta anche testando un risultato più breve dove l’AI generativa occupa lo stesso spazio del featured snippet dando maggior visibilità ai risultati organici👇

Esempio SGE con risposta breve

Considerazioni in ottica SEO per Google SGE

Alla luce di queste informazioni, ecco alcune considerazioni importanti per anticipare e adattarsi alle trasformazioni imminenti nel panorama del SEO. La principale: consolida il tuo brand rafforzandone la presenza nel mercato digitale. La riconoscibilità e l’autorità del marchio diventeranno fattori sempre più rilevanti per distinguersi in SERP. Come fare?

  • Eleva la qualità dei contenuti: dovrai puntare sull’eccellenza dei contenuti che pubblichi. Un contenuto di alta qualità e pertinente sarà il fulcro per emergere in un mare di risultati in continua espansione. Dai test effettuati finora, sembra che molto spesso la risposta del box (nonché i link presenti nel carosello sulla destra) derivi da fonti autorevoli e che già rispettano i concetti dell’E-E-A-T.
  • Attiva campagne di link building per aumentare il trust del tuo dominio: campagne di inbound marketing su testate giornalistiche di alto valore che linkano i contenuti più importanti del tuo eCommerce incrementano notevolmente il trust del tuo brand.
  • Ottimizza le ricerche informazionali a coda lunga: migliora i contenuti informazionali (blog e magazine) che stanno diventando prevalenti all’interno della ricerca organica e dei risultati SGE.
  • Crea contenuti video ad integrazione del contenuto testuale: i contenuti video sembrano essere prevalenti nei risultati organici posizionati sotto la risposta della SGE, perciò sviluppare e ottimizzare questo formato diventerà essenziale.
  • Amplifica la presenza multicanale: sfrutta tutti i canali disponibili per la distribuzione dei contenuti. Dai social media alle newsletter, dagli influencer agli UGC, l’omnicanalità sarà sempre più fondamentale.

La speranza è che Google continui a mantenere il suo impegno per la trasparenza degli annunci e che prosegua a premiare i risultati di ricerca organici nelle risposte generative dell’AI come accade ora su BING AI. Nel frattempo il nostro consiglio rimane sempre quello di continuare a lavorare sulla qualità dei contenuti del proprio eCommerce: riuscire a distinguersi rimane la chiave per emergere!

Qui la nostra ultima guida dettagliata per la SEO per eCommerce.

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