Alcuni errori, anche quelli che sembrano essere i più banali, possono seriamente compromettere il sito in termini di visibilità.
In questo articolo verranno elencati i 13 errori (o orrori) SEO più comuni nei quali mi sono imbattuta e che sempre più spesso sviluppatori o clienti tralasciano senza dargli alcun peso.
1) Bloccare il sito da file robots.txt
Il file robots.txt è un file di testo composto da una o più regole che serve per comunicare agli spider dei motori di ricerca che cosa indicizzare o meno sul nostro sito.
Purtroppo, molto spesso capita di inserire all’interno della directory principale del sito queste due semplici righe di testo:
User agent: *
Disallow:/
Ecco, con questa semplice regola stiamo bloccando la scansione dell’intero sito a tutti i motori di ricerca!
Occorre prestare quindi molta attenzione quando viene inserito il file robots.txt, soprattutto a seguito di restyling o blocchi momentanei di alcune sezioni.
2) Dimenticare di creare la sitemap.xml
La sitemap.xml è un file che fornisce indicazioni ai motori di ricerca sulle pagine, sui video e sulle immagini presenti all’interno del sito.
La sitemap.xml (anch’essa inserita all’interno della directory principale del sito) deve essere presente all’interno del file robots.txt che, correttamente configurato, avrà quindi questo aspetto:
User agent: *
Disallow:
Sitemap: https://www.sitoweb.com/sitemap.xml
Grazie alla sitemap.xml i motori di ricerca riescono a trovare velocemente tutte le pagine da scansionare ed indicizzare.
Per la creazione di una sitemap.xml corretta e funzionante, occorre ricordarsi di:
- inserire solo pagine canoniche e con status code 200OK
- non superare le 50.000 URL o i 50MB
- utilizzare una sitemap.xml index qualora vi fossero più sitemap.xml (ad esempio in caso di siti web multilingua o in presenza di sitemap suddivise per immagini, pagine e video)
- Utilizzare la codifica UTF-8
- Inserire correttamente <priority>, <changefreq> (anche se Google conferma di ignorarli) e <lastmode>
La sitemap.xml può essere creata manualmente (vi consigliamo di farlo solo in presenza di siti con poche pagine) o in maniera automatica. La seconda opzione (che corrisponde anche a quella più utilizzata) andrà comunque verificata e testata per evitare di generare sitemap.xml errate e contenenti pagine che non si desidera indicizzare.
Una volta che la sitemap.xml viene messa live, possiamo comunicarlo a Google tramite Indice Sitemap di Google Search Console.
3) Gestire in maniera errata la migrazione di un sito
La migrazione di un sito gioca un ruolo fondamentale per la sua visibilità ed è un processo che di solito è correlato al cambiamento della piattaforma, della struttura, del contenuto o del design.
La migrazione di un sito porta inevitabilmente con sé molti rischi:
- aumento delle pagine in 404
- creazione di catene di redirect
- blocco del sito
- perdita dei backlink
- diminuzione dell’autorevolezza del dominio
- creazione di contenuto duplicato
Tutti questi possibili errori potrebbero non solo far perdere al sito qualche posizionamento, ma anche farlo deindicizzare del tutto.
La migrazione del sito web è quindi un processo impegnativo che deve essere gestito al meglio.
Uno degli errori più comuni durante la migrazione è la gestione errata o mancata dei redirect.
È molto importante, infatti, che tutte le vecchie URL vengano mappate e poi redirezionate verso la nuova versione (e non tutte verso la homepage come spesso accade per velocizzare il processo).
4) Creare catene di redirect 301
Le catene di redirect, conosciute anche come Redirect Chains, sono un grave errore SEO (causate molto spesso da un’errata gestione delle migrazioni) che ha un impatto negativo su:
- crawl budget
- tempo di risposta del server
- link juice
Come si presenta una catena di redirect:
Per poter eliminare le catene di redirect occorre eseguire un’analisi dettagliata delle URL (tramite SEMRush, Analytics e Search Console) e reindirizzare tramite dei redirect 301 tutte le vecchie versioni della URL verso quella nuova come mostra l’immagine qui sotto:
5) Non gestire un sito multi lingua
Quante volte vi è capitato di aprire un sito e di trovarlo in lingua inglese nonostante esista una versione italiana? In presenza di un sito che mostra più versioni linguistiche occorre lavorare affinché ogni country veda la sezione corretta.
Come?
Inserendo in tutte le pagine del sito l’href lang.
L’Href lang è un attributo che serve per comunicare ai motori di ricerca quale sia la versione del sito da mostrare agli utenti sia a livello linguistico sia a livello di country.
Non basta infatti che il nostro motore di ricerca sia impostato in una determinata lingua per avere un risultato corretto: pensiamo a stati come la Svizzera e l’Italia, dove in entrambi si parla l’italiano: se avessimo un e-commerce senza l’href lang potremmo ricevere un ordine sul sito in italiano da un utente svizzero o viceversa!
L’href lang può essere inserito all’interno della sitemap.xml, nell’header della pagina o all’interno dell’HTML.
Qualsiasi sia il metodo scelto per l’inserimento di questo attributo, ci sono alcune regole da tenere a mente:
- tutte le pagine devono avere la propria versione e tutte le altre versioni linguistiche. Se in una versione linguistica non vi è lo stesso tag di riscontro, l’href lang non sarà valido
- le URL devono essere inserite in maniera assoluta (https://sito-web.com/it) e non in maniera relativa (/it)
- Il codice dell’href lang deve comporsi di lingua + country (it-it, en-us, en-gb, en-au) altrimenti non sarà valido
Di seguito un esempio di come si dovrebbe gestire in maniera corretta l’hreflang:
6) Trascurare le anchor text dei link onpage
“clicca qui”, “scopri di più”, “qui”, ecc… Sono tutti link contenenti CTA molto chiare per l’utente, ma non sono in alcun modo ottimizzati per i motori di ricerca.
Le anchor text, ovvero i collegamenti testuali verso un’altra risorsa online, sono molto utili per fornire a utenti e motori di ricerca le informazioni sul contenuto della risorsa. Proprio per questo motivo è importante che la parola o le parole utilizzate per il collegamento siano ottimizzate.
Ma come si inseriscono delle anchor text ottimizzate? Grazie alle keyword che utilizziamo per la nostra strategia!
Facciamo un esempio: se il mio intento è quello di posizionare una pagina del sito per la keyword “cappotti per cani”, allora dovrò utilizzare questa specifica parola all’interno dei link che inserisco nelle altre pagine, aggiungendo anche qualche variante come “scopri i nostri cappotti per cani”.
Non solo motori di ricerca! Ricordiamo che tra i requisiti richiesti all’interno delle linee guida AGID (accessibilità del sito) troviamo anche le anchor text, che devono sempre essere descrittive.
7) Ripetere la stessa keyword in un testo (keyword stuffing)
Siamo alla fine del 2021 e, ancora oggi, quando parlo di risultati organici, mi sento dire da moltissime persone “Facile, bisogna solo mettere la parola chiave ovunque”.
Voler posizionare una pagina per una determinata parola non significa ripeterla in maniera esagerata all’interno del contenuto (anche in bianco su bianco!).
Non significa nemmeno creare dei testi che un utente potrebbe trovare innaturali perché senza senso.
Quando i motori di ricerca si trovano di fronte a siti web che non utilizzano in maniera pertinente le keyword, ne penalizza il posizionamento. Lo stesso Google è stato molto su chiaro su questo, creando un testo di esempio di keyword stuffing.
8) Inserire testi di scarsa qualità
Il contenuto è uno dei principali fattori di posizionamento per un sito web e deve sempre rispettare alcune e semplici regole:
- essere originale
- essere di qualità
- rispondere in maniera esaustiva agli utenti
In presenza di:
- contenuto duplicato (sia esso interno al sito che copiato da siti terzi)
- contenuto di scarsa qualità
- contenuto troppo corto
- contenuto creato automaticamente
i motori di ricerca penalizzeranno la pagina.
Ma come si creano contenuti di qualità?
Per creare dei testi di qualità bisogna sempre pensare all’utente e non ai motori di ricerca. Cerchiamo quindi di capire quali siano i loro bisogni attraverso una keyword selection e creiamo un testo che non dia spazio a dubbi o domande.
Ricordiamo inoltre che, in ambiti medici e finanziari, i contenuti devono anche essere affidabili oltre che di qualità. Per i siti che trattano temi medici, ad esempio, redattore del testo e fonti diventano due requisiti molto importanti per il posizionamento del sito.
Nel nostro articolo Come scrivere un contenuto per il web potrai trovare maggiori approfondimenti.
9) Dimenticare di ottimizzare le immagini
Molto spesso le immagini vengono completamente dimenticate sia lato sviluppo sia lato SEO.
Tra gli errori più comuni che riguardano le immagini troviamo:
- l’assenza dell’attributo ALT
- il caricamento di file troppo pesanti
- il caricamento di immagini sgranate perché rimpicciolite troppo
Iniziamo dall’attributo ALT: come tutti sanno Google ancora non è in grado di capire che cosa ci sia dentro un’immagine. Per potergliela descrivere e per poter indicizzare l’immagine su Google Image, è necessario inserire l’attributo ALT. Inoltre, così come per le anchor text, l’attributo ALT rientra tra i requisiti necessari dell’AGID.
File troppo pensanti: quante volte apriamo una pagina web, magari di un e-commerce, e non vediamo le immagini perché continuano a caricare… a caricare… a caricare ancora. Forse una percentuale molto bassa degli utenti aspetterà il caricamento, ma la maggior parte abbandonerà l’impresa e cercherà un sito più veloce aumentando così il bounce rate.
Non solo bounce rate: un sito dalle performance scarse avrà sempre un posizionamento minore rispetto ai competitor. Ricordiamoci che le performance sono ormai un noto fattore di ranking!
Scopri di più su come ottimizzare le immagini in maniera corretta.
Al contrario, non dobbiamo nemmeno ridurre troppo la qualità delle immagini e renderla così sgranate.
10) Creare una versione differente tra desktop e mobile
Breadcrumb solo da desktop e non da mobile.
URL gestite correttamente da desktop e non da mobile.
Questi sono solo 2 degli errori più frequenti che si trovano quando viene analizzato un sito.
Considerando che la versione mobile è quella più importante per Google e per gli utenti, è necessario che sia ottimizzata e che soprattutto rispecchi la versione desktop.
11) Avere un sito lento
A giugno 2021 Google ha introdotto un nuovo fattore di ranking: i Core Web Vitals.
Essendo un fattore di ranking molto importante diventa fondamentale assicurarsi che un sito carichi velocemente.
Le metriche da prendere in considerazione quando parliamo di Core Web Vitals sono:
- LCP (largest contentful paint): è il tempo necessario al rendering dell’elemento più pesante all’interno della pagina. Tra gli elementi più pesanti troviamo le immagini e i video
- CLS (cumulative layout Shift): è la metrica che misura i cambiamenti di layout che avvengono durante il caricamento della pagina (ad esempio un pulsante che si sposta, il testo che scende quando si carica un immagine, ecc..)
- FID (first input dalay): è la metrica che misura il tempo intercorso tra un’azione di un utente in pagina (clic su un link, touc da mobile, ecc…) e la risposta effettiva del browser.
Ricordiamoci anche che un sito lento si traduce un una User Experience peggiore e quindi un Bounce Rate elevato.
12) Attivare strategie Off-Site se il sito non sta performando
Pensare di attivare strategie SEO Off-Site su un sito web che non è ottimizzato è come costruire una casa senza le fondamenta.
Per poter ottenere dei risultati significativi a seguito delle attivazioni Off-Site, è necessario prima ottimizzare la landing page oggetto delle attività.
Dovremmo quindi lavorare su:
- copy
- ottimizzazioni onpage (meta tag, heading tag, ecc..)
- ottimizzazioni strutturali (canonical, performace, ecc…)
13) Dimenticare che la SEO offre un valido aiuto anche alle campagne SEA
Sapevate che la SEO ha un impatto diretto sulle campagne SEA?
Ottimizzare le landing page di campagna significa migliorare il Quality Score e quindi abbassare i costi del CPC.
I fattori principali su cui andare a lavorare per migliorare il QS sono:
- performance del sito
- meta tag
- heading tag
- contenuto
- redirect 301
Non solo la Quality Score: quando parliamo di SEO e SEA ricordatevi che potete sempre lavorare in sinergia tra i 2 canali!
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